L'alleanza con il milanese
Nonostante i grossi problemi che stavano emergendo dal primo matrimonio, Francesco Gonzaga, riuscì a continuare la linea politica del defunto padre. Dopo l’invasione milanese nel Serraglio mantovano del 1368, Ludovico II Gonzaga iniziò una politica di neutralità nei confronti di Bernabò. Questa sua strategia passiva, come se fosse un vinto, delineata dal non intervento - anche quando c’erano i presupposti della necessità – portò un clima di serenità in città, sicuramente fruttifero e redditizio. Un evento nel quale sarebbe dovuto intervenire con forza è stato sicuramente l'intervento armato milanese su Reggio nell'Emilia (1371). La città in precedenza era detenuta dal ramo secondario dei Gonzaga guidato da Feltrino. Figlio di Luigi Ludovico I, Feltrino, fu un ottimo condottiero ed un abile soldato ma un pessimo amministratore; tanto è vero che i reggiani furono felici dell’arrivo dei milanesi. Anche se non tutti nella città emiliana accettarono di buon grado la reggenza di Gian Galeazzo. Ludovico II, con l'annessione dell'ennesima città ai Visconti, si trovò contro un fronte molto ampio: non solo l’ovest con Cremona (milanese dal 1334), dal quale partirono i primi due attacchi, ma da quel momento anche il sud divenne un punto da difendere e fortificare.
La strategia di Francesco
Francesco ambiva a creare una posizione duplice: se da una parte aveva interesse al non entrare in guerra con i milanesi, aveva anche interesse nel commerciare con Venezia; nonostante le due non si vedessero di buon occhio. La città lagunare, a quel tempo, non era ancora sviluppata economicamente, militarmente e socialmente come sarà nel seicento e settecento, ma comunque riusciva a garantire un continuo ed importante carico di sale e - di conseguenza - di denaro. Controllare le merci sul fiume Po, presso Borgoforte, era importantissimo per i mantovani del tempo e mai e poi mai l’avrebbero ceduta. Da Comacchio arrivava il sale e veniva smerciato dal mantovano in tutta la Pianura padana; una dogana che valeva letteralmente oro per i commerci del tempo. La pace fra Mantova e Milano durò poco. Il primo passo in direzione avversa lo fece il mantovano, e fu chiaro e netto: nel 1386 diede in sposa la sorella Elisabetta Gonzaga a Carlo Malatesta di Rimini, un importante avversario della casata milanese. Questa forse è stata la scintilla che ha fatto infuriare il milanese e che portò alla rottura definitiva dell’alleanza mantovano-milanese. Cessata la lega anti-scaligera per la conquista di Verona formata dai Gonzaga e dai Visconti, assieme agli Este, ai padovani Da Carrara ed ai trentini D’Arco, Gian Galeazzo Visconti non vendette Ostiglia e Castiglione delle Stiviere come aveva promesso a Francesco Gonzaga.
Così il nostro Francesco si trovò completamente circondato a nord, sud ed ovest, dal nemico e rammaricato per lo smacco subito, decise di allearsi con la lega anti viscontea formatasi nel 1390 fra bolognesi e fiorentini, e nel 1394 fece definitivamente cancellare ogni simbolo che vedeva inquartata la vipera viscontea a fianco dei colori gonzagheschi.